Pausa di riflessione

sensata

Con enorme sollievo non sono più un dipendente dell’amministrazione capitolina, e questo dal 4 maggio scorso. I motivi sono in larghissima parte personali e non coinvolgono in alcun modo l’amministrazione politica attuale. Per quello che può interessare il pubblico dico che mi era ormai impossibile avere un rapporto così stretto con i dipartimenti, con cui lo scontro era (ed è ancora) pressoché totale.

Continuo a collaborare sui temi della ciclabilità, ma in forma per ora privata e volontaria, con chi ha la responsabilità politica di Roma. Con una formulazione differente tra qualche mese. Fino ad allora seguo vicende mie -accantonate da tempo anche per il mio servizio civile– che non riguardano nessuno, in massima parte fuori Italia e fuori Roma.

In questa esperienza semestrale, terribile dal punto di vista sociologico, antropologico e logico ma estremamente interessante dal punto di vista del viaggiatore (mai stato così lontano dal mio paese come in questo caso) ho conosciuto anche persone molto interessanti e innamorate del servizio pubblico: è stato un privilegio aver fatto un pezzo di strada insieme, e stimo che continuerà con forme migliori.

Roma deve diventare ciclabile anche a prescindere da chi ha la penna in mano e non firma per la ciclabilità. La penna è in mano alla burocrazia, che non la molla e scrive spesso il contrario di quanto chiesto, o fa in modo che diventi il contrario, o blocca il processo con motivazioni ridicole.

Non ci vuole molto coraggio per mandare a quel paese questa burocrazia. Per ora ho cominciato io.

Ps: la mia soddisfazione principale è stato di riavviare un dialogo interrotto tra amministrazione capitolina e soprintendenze varie, che ha portato allo sblocco della ciclabile Nomentana, dell’acquisto di rastrelliere, della riqualificazione dell’Appia Antica; di aver fatto modificare progetti non in linea con le esigenze del ciclismo urbano moderno come su Prenestina e di aver chiarito a chi progetta quale sia il metodo da seguire; di aver ottenuto dal governo i soldi richiesti per il Grab, la cui stima irrealistica (8 mln) avrebbe portato a poco più di un buon circuito senza servizi, mentre ora può mettere mano alla riqualificazione dell’area del Colosseo, al percorso in sicurezza da Termini per i turisti che arrivano da stazione e aeroporto, alle 4 grandi velostazioni moderne: per un totale di quasi 15 milioni. Più altre sorpresine che arriveranno nel tempo e di cui è prematuro parlare. Per il resto solo amarezze e almeno due scazzi al giorno, in media e week end compresi, con “gli uffici”. Quanto sopra non è un bilancio completo. 

Bacidibici