Davvero non sto facendo niente?

Questo post è una replica all’attacco –legittimo quanto parziale e sbilanciato: e però ben costruito, professionale e malevolo- che mi fa oggi Diario Romano, blog che non frequento  ma a cui ho comunque intenzione di rispondere. 

Ho già dato conto di quanto fatto nel primo mese del mio incarico in un post qui. L’estensore del post, Roberto Tomassi, è pregato di andarselo a leggere.

E’ possibile che il buon Tomassi abbia semplicemente guardato le strade di Roma e, non trovando alcuna bike lane tatuata sul corpaccione della Capitale, abbia concluso che sto rubando il pingue stipendio (di 10.000 euro circa inferiore a quello precedente, previdenza e assistenza escluse). Ha ragione, non c’è ancora la rete di ciclabili promessa. Eppure dal primo punto della situazione sopra linkato è accaduto ciò:
– ho finalmente rimesso in movimento il dialogo tra soprintendenza e amministrazione capitolina, la cui ultima interazione de visu risaliva a circa tre anni fa e l’ultima comunicazione via mail al febbraio 2015: sto parlando dell’ultraventennale vicenda della ciclabile sulla Nomentana, tre km annunciati nel ’90 dall’allora sindaco Carraro. Senza l’ok della soprintendenza il processo era fermo. Ora si muove.
– ho fatto ripristinare -è notizia di questi giorni- il servizio di trasporto bici su tram e bus di nuova generazione, interrotto senza spiegazioni nell’era Tronca e da lunedì 16 riattivato (con in prospettiva l’estensione alle linee periferiche, ma questo ancora è in fae embrionale).
– svento quotidianamente i sabotaggi burocratici al sottopasso di Santa Bibiana, storia che mi riprometto di raccontare quando finalmente verrà dato il via ai lavori; analogo impegno è riversato sull’incrocio maledetto di Pian Due Torri dove è morto Marco Artiaco, e lì il problema è al dipartimento Servizio infrastrutture e manutenzione urbana dell’Urbanistica e lavori pubblici.
– ho chiuso prima del termine previsto (21 dicembre) il conto economico del Grab, con diversi importanti interventi sul citato corpaccione di Roma, come per esempio la chiusura totale ai mezzi a motore del tratto Colosseo-Circo Massimo della corsia destra di via Celio Vibenna e via di S.Gregorio al Celio (spero che questa impostazione passi). Previste quattro grandi velostazioni.
– è stata avviata la progettazione del boulevard ciclabile lungo via Labicana-viale Manzoni, lato sinistro: si connetterà con Tiburtina e Prenestina.
– anche se non volevo, dopo una serie di attacchi personali  ho deciso di entrare nella realizzazione del Progetto Argiletum, l’isola ambientale a Monti che segnerà una vera rivoluzione nel centro storico romano -e forse è qui il senso dell’attacco del blog, visto le frequentazioni dell’autore che ho sbirciato sul suo profilo Fb-. Come noto, sono insieme a Renato Gargiulo il promotore della pedonalizzazione di via Urbana, che ora si è trasformata nello stravolgimento dello status quo del Rione Monti, la Suburra. Se ne parlerà lunedì 16 gennaio alle 12 alla commissione Trasporti dedicata all’argomento, portatevi i pop corn che ne sentiremo delle belle.
– ho incontrato per due volte in due mesi, e a breve fisserò un altro incontro -vorrei una cadenza mensile- le associazioni dei ciclisti: e non uno solo, quello meno significativo per la ciclabilità urbana, come invece evidenziato chissà perché da Tomassi.
– riguardo alla mia scandalosa inattività per il ripristino della ciclabile Tevere, proprio oggi ho partecipato al terzo tavolo fiumarolo in dipartimento Ambiente con la neoassessora Montanari, in cui ho ribadito la nostra posizione di messa in mora della Regione e in cui, proprio per l’inattività della Regione, si sta valutando di scavalcarla con lavori in somma urgenza per il pericolo di ulteriori crolli, per poi rivalerci sull’organismo guidato da Nicola Zingaretti. E proprio ieri è stato completato lo studio di fattibilità del percorso alternativo in quota, che per la prima volta a Roma vedrà la realizzazione di una ciclabile bidirezionale con la separazione dal traffico veicolare fornita amabilmente dagli stalli di parcheggio (modello Porta Portese, per intenderci): progettazione sperimentale resa possibile da una moral suasion effettuata in una delle stanze del ministero di Porta Pia.
– ho preso possesso di una sala per le riunioni delle associazioni qui in assessorato (ancora da ristrutturare, sarà agibile nei prossimi mesi); sto cercando personale per implementare l’ufficio mobilità a impatto zero; partecipo attivamente a riunioni limitrofe alla mia competenza ma significative per la riduzione del traffico motoristico privato.
Infine, delle difficoltà che non solo io ma l’intera giunta sta incontrando nell’interazione con il macchinoso obbrobrio burocratico romano ne parlo qui. Come ha efficacemente sintetizzato Luca Bergamo in una recente intervista, “stiamo cercando di far muovere un treno a mani nude”. 

Mi pare che sia abbastanza, in meno di tre mesi e dopo anni di totale inerzia sul versante della ciclabilità. Vero, ancora neanche un cm di bike lanes (citazione). Arriveranno decine di chilometri o mi dimetto senza particolari ansie.

 

 

7 pensieri su “Davvero non sto facendo niente?

  1. Mi scuso se lascio un commento non essendo mai intervenuta prima, anche se seguo il blog da qualche tempo, ma vorrei fare solo un appunto.
    Non discuto sull’impegno che sta mettendo nel suo compito che valuterò, come penso ogni cittadino di Roma, in base ai risultati che otterrà.
    C’è però un aspetto indispensabile che invece mi sembra troppo sottovalutato da lei e dall’amministrazione di cui fa parte: è quello di dare conto, con aggiornamenti puntuali e non occasionali, dell’attività che svolgete.
    Questo rendiconto sarebbe oltretutto meglio fornirlo con dati oggettivi (indicando delibere, incontri, provvedimenti o almeno le fonti dove reperirli) e non con post come il suo, che illustra l’attività in modo discorsivo.
    Si tratta certo di un post apprezzabile, ma non permette a chi legge di verificare con immediatezza quello di cui lei sta parlando (tranne a quelli che sono già addentro alla relative questioni).
    Non si tratta solo di comunicare i risultati del proprio lavoro, ma di permettere a chiunque di vedere il flusso dell’attività, per controllare da quale situazione si è partiti, l’attività che si è svolta e il risultato che si è ottenuto (e se non si è ottenuto, per attribuire le responsabilità).
    Se vogliamo usare uno dei concetti che va tanto di moda, si tratterebbe di rendere trasparente il percorso che state facendo. Ma secondo me è più semplicemente uno sforzo ulteriore di rendere accessibile anche a un non addetto ai lavori, la vostra attività.
    L’articolo di Diario Romano potrà anche essere sbagliato e persino offensivo per chi come lei effettivamente si sta sforzando di cambiare in meglio la città, però tocca un aspetto a mio parere fondamentale del problema: nessuno (o almeno nessuno che non sia già interessato al problema) sa cosa fate. Molti non lo sanno perchè non gli interessa. Molti non lo vogliono sapere perchè sono avversari per partito preso. Ma molti altri non lo sanno perchè non date loro la possibilità di informarsi, in modo continuo ed organizzato.
    E questo secondo me non è un problema da poco.

  2. C’era una volta un amico ubriacone ciclista e visionario che mi disse: ma quale ciclabile? io voglio stare sulla strada. La strada è mia, non gliela lascio.
    Io, novizia delle bici, rimasi molto colpita da tale rivendicazione.
    Di strada ne abbiamo fatta tanta, ognun* nella sua direzione, ma ti ricordi il momento in cui hai deciso di cominciare a giocare con le regole del gioco di qualcun’altro? E di dimenticare che le regole si accompagnano a divieti e privazioni di libertà di movimento? Probabilmente da sempre, sono io che non avevo capito, che ti conoscevo appena.

      • Caro Rotafixa, secondo me ti sei schierato dalla parte sbaglia, cioè quella dei romani.
        Tu che sei una persona civile lascia perdere questa fogna di città e i suoi abitanti ( topi di fogna).

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