Ci state suicidando tutti

inquinamento-smog

Non è che ci voglia molto a capire quali siano le cause dell’inquinamento atmosferico in città. Per brevità vi rimando a questo post di Alberto Fiorillo, responsabile delle Aree urbane di Legambiente.
Ciò che a me preme qui è condannare l’inerzia pluridecennale che da un lato ci ha portato, tutti, in una situazione di pericolo serio, e dall’altro ha favorito per motivi totalmente contingenti (occupazione, mammella fiscale da spremere) l’industria e l’indotto automotive. Il tutto mentre altri paesi più intelligenti del nostro avevano, con lungimiranza, limitato la crescita parossistica del parco auto circolante.

Ora, noi ci troviamo davanti a questa impasse: auto e indotto rappresentano il primo contribuente italiano, e nessun governo italiano (quindi per definizione ispirato dalla contingenza, assente in lungimiranza e prono solo alla conservazione del potere) ucciderà mai la gallina dalle uova d’oro. Poco conta sapere che tra 20 anni potremmo avere un risparmio sanitario colossale, che ripagherebbe di ogni mancato introito e resterebbe strutturale: ciò non viene preso in considerazione, proprio per la brevimiranza degli amministratori italiani.

Abbiamo solo una chance davanti a noi per uscire da questa palude mefitica in cui ci siamo cacciati collettivamente: rifiutare l’uso dell’automobile, cambiare abitudini di spostamento; e strozzare così, dalla base, la famosa gallina. Le azioni politiche seguiranno. Potrebbero farlo, finalmente costrette. Altrove si agisce su questo da anni, e si prosegue su quella strada. 

Intanto cominciamo noi: abbandoniamo l’uso dell’auto privata. Rottiamiamole. E’ urgentissimo. Come si è visto, ne va della vita.

 

6 pensieri su “Ci state suicidando tutti

  1. Pingback: Inquinamento, riscaldamento globale, responsabilità individuale | Don't worry about me

  2. Pingback: Inquinamento, riscaldamento globale, responsabilità individuale | Don't worry about me

  3. Il problema è sempre il solito: città come Roma non hanno un servizio pubblico in grado di sostituire l’auto, se non su pochi privilegiati percorsi. Ho vissuto a Roma vent’anni, adesso vivo in provincia di Venezia e mi sposto tutti i giorni verso la tittà. Ho una bicicletta, non la uso spesso, ma mi piace. Confesso di avere paura ad andarci nel traffico, per cui la uso la domenica o su strade secondarie, che per fortuna qui abbondano. Ho l’automobile, guido volentieri, possederla mi permette di poter viaggiare e raggiungere le amate montagne, senza non potrei. Quindi non mi ritengo un’ultrà dell’auto, ma senza non avrei avuto una vita così ricca di belle esperienze. Vengo spesso a Roma. Metropolitana strapiena, guasti, la linea A come sardine, a questo punto facciamo prima a raggiungere il Circo Massimo, parcheggiare, pagare il dovuto, e da lì a piedi per tutta la giornata. Vacanza a Parigi, sei giorni, mai sentito il bisogno di un’auto, la metropolitana è un’opera d’arte. Ma senza scomodare Parigi, ho lavorato tre mesi a Milano, girata in lungo e in largo, a Sesto San Giovanni a San Siro e ritorno dopo la partita, tutto in metro e di sera tardi. Queste sono le alternative da creare, senza demonizzare. Inoltre ci sono lavori, come il mio, nel quale l’orario si può prolungare di una o due ore senza preavviso, ed allora è indispensabile avere un’auto per tornare. C’è un giusto mezzo per ogni cosa, la rottamazione è improponibile, la creazione di alternative, che già esistono in Italia, doverosa.

  4. Il problema è sempre il solito: città come Roma non hanno un servizio pubblico in grado di sostituire l’auto, se non su pochi privilegiati percorsi. Ho vissuto a Roma vent’anni, adesso vivo in provincia di Venezia e mi sposto tutti i giorni verso la tittà. Ho una bicicletta, non la uso spesso, ma mi piace. Confesso di avere paura ad andarci nel traffico, per cui la uso la domenica o su strade secondarie, che per fortuna qui abbondano. Ho l’automobile, guido volentieri, possederla mi permette di poter viaggiare e raggiungere le amate montagne, senza non potrei. Quindi non mi ritengo un’ultrà dell’auto, ma senza non avrei avuto una vita così ricca di belle esperienze. Vengo spesso a Roma. Metropolitana strapiena, guasti, la linea A come sardine, a questo punto facciamo prima a raggiungere il Circo Massimo, parcheggiare, pagare il dovuto, e da lì a piedi per tutta la giornata. Vacanza a Parigi, sei giorni, mai sentito il bisogno di un’auto, la metropolitana è un’opera d’arte. Ma senza scomodare Parigi, ho lavorato tre mesi a Milano, girata in lungo e in largo, a Sesto San Giovanni a San Siro e ritorno dopo la partita, tutto in metro e di sera tardi. Queste sono le alternative da creare, senza demonizzare. Inoltre ci sono lavori, come il mio, nel quale l’orario si può prolungare di una o due ore senza preavviso, ed allora è indispensabile avere un’auto per tornare. C’è un giusto mezzo per ogni cosa, la rottamazione è improponibile, la creazione di alternative, che già esistono in Italia, doverosa.

  5. Southernman, vedi il mondo dal parabrezza dell’ autovettura. A Roma ci ho vissuto anch’io anni. Ma andavo con i mezzi e con la bici. Su percorsi che tu ritieni “pericolosi” ma adoperando cervello, senso civico, equipaggiamento corretto son sopravvissuto benissimo (seppur sopportando un asfalto penoso ed una inciviltà che, pur colpendo ogni metropoli Italiana, a Roma è particolarmente radicata)
    Avete paura a scendere dal parallelepipedo di lamiera perché vi ha abituato a rappresentarvi edonisticamente in pubblico. Tanti mi dicono “eh ma tu in bici ci vai fin da piccolo, ci andavi a scuola da solo sino dalle elementari, ed hai sempre avuto anche la bici da corsa ecc ecc ecc” e poi quando replico “allora abitua tuo figlio a far altrettanto, se vuoi gli facciamo un po’ di addestramento” tirano fuori le solite scuse infondate. E -ripeto- infondate.
    Poche storie, via l’auto e se proprio vi serve per portare qualcosa che in bici non ci sta, fate come me: noleggiate un furgone o chiamate uno spedizioniere. Costa meno che cacciare per strada 15-20-25mila e più euro che il gg dopo l’acquisto valgono la metà. Consumando altri soldi anche da fermi.

  6. Southernman, vedi il mondo dal parabrezza dell’ autovettura. A Roma ci ho vissuto anch’io anni. Ma andavo con i mezzi e con la bici. Su percorsi che tu ritieni “pericolosi” ma adoperando cervello, senso civico, equipaggiamento corretto son sopravvissuto benissimo (seppur sopportando un asfalto penoso ed una inciviltà che, pur colpendo ogni metropoli Italiana, a Roma è particolarmente radicata)
    Avete paura a scendere dal parallelepipedo di lamiera perché vi ha abituato a rappresentarvi edonisticamente in pubblico. Tanti mi dicono “eh ma tu in bici ci vai fin da piccolo, ci andavi a scuola da solo sino dalle elementari, ed hai sempre avuto anche la bici da corsa ecc ecc ecc” e poi quando replico “allora abitua tuo figlio a far altrettanto, se vuoi gli facciamo un po’ di addestramento” tirano fuori le solite scuse infondate. E -ripeto- infondate.
    Poche storie, via l’auto e se proprio vi serve per portare qualcosa che in bici non ci sta, fate come me: noleggiate un furgone o chiamate uno spedizioniere. Costa meno che cacciare per strada 15-20-25mila e più euro che il gg dopo l’acquisto valgono la metà. Consumando altri soldi anche da fermi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.