Autostrada Appia Antica. Urge decoro urbano

Questa piacevolezza sopra espressa in un tweet del meritorio ente Parco Appia Antica oggi 22 novembre 2015, domenica, riassume bene che tipo di bestie umane occupino Roma. E che tipo di passato non voglia assolutamente scomparire, replicandosi all’infinito.
I più sagaci tra i contemporanei faranno spallucce: “era previsto, ti pare”, “purtroppo [segue banalità purtroppista a scelta]”, altre espressioni di chi sa come va il mondo.

E invece non ne sa un piffero, perché intriso d’ignoranza dello stesso mondo. Nell’altrove, -e a questo punto in un altro segmento temporale: il presente che da noi si rifiuta di apparire- le politiche urbane hanno virato da decenni, e decisamente, verso lo sfavore all’automobile privata. Men che meno lungo luoghi di pregio perché antichi, di cui la nostra povera Regina Viarum è un esempio così lampante che solo noi devastati italiani non riusciamo a vederlo.

Non è il solo esempio che ci chiarisca quanto si è detto altrove, ovvero che a Roma non solo non si riesce ad agganciare il presente, ma addirittura sia in atto una specie di restaurazione del peggio. due esempi, solo di oggi:

-piazza Navona nuovamente in mano ai Tredicine
-scompare dall’orizzonte il piano per 21 ciclabili leggere (le cosiddette bike lanes tanto amate dal fu assessore Esposito, solo per lui bike lines) previste dall’assassinata giunta Marino.

A voi capire che la reazione è d’obbligo. Sogno un intervento di decoro urbano anche sull’Appia Antica. 

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