In 10 contro 1.200: è “lo strano caso di via Urbana”

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Oggi un geniale titolo su uno screditato quotidiano romano riporta in auge il passatempo preferito dell’Italia del crepuscolo berlusconiano: il ribaltamento della realtà dei fatti.
Si parla ancora della pedonalizzazione di via Urbana. Il titolo del pezzo si risponde da solo: il caso è strano perché è falso l’assunto di base, ovvero che i residenti siano contrari. Di seguito vi spiego perché. 

Oggi, insieme a Renato (presidente dell’associazione Urbanamente), abbiamo consegnato all’ufficio del protocollo del Campidoglio 98 pagine con oltre 1.200 firme a favore della pedonalizzazione.
Tra queste ce ne sono oltre 400 di monticiani, residenti o domiciliati altrove e nati lì. Non siamo riusciti a conteggiare precisamente proprio per questo motivo. Tutti passati dai vari negozi di via Urbana a firmare in alcuni casi entusiasticamente (“è qui che si firma?” è una frase che ho sentito decine di volte in questi turbinosi 30 giorni, dal 16 dicembre 2014 al 15 gennaio 2015, data della consegna ufficiale).

Siamo ora in attesa di essere ricevuti dal sindaco, uomo notoriamente incline a pedonalizzare: lo stato della fiducia nella riuscita della liberazione di Vicus Patricius dalle lamiere è piuttosto alto.

Nel frattempo uno sparuto manipolo di oppositori prova a sabotare questa iniziativa, servendosi di una squallida propaganda come quella del giornale sopra indicato.
Ancora una volta si è accennato, anonimamente (e accortamente, ché la reazione giudiziaria sarebbe stata immediata), a una presunta incitazione, stavolta anche dai commercianti, a danneggiare e incendiare le auto che io e altri abbiamo fotografato in flagrante fuorigioco. Inutile ribadire quanto questa squallida calunnia sia falsa; nel caso lo verificherà il giudice.

Queste sono miserie umane messe ormai in conto e sopportate sì con fastidio ma da adulti.

Sorprende l’esistenza di un rancoroso malanimo di alcuni contemporanei verso l’erosione di piccole abitudini personali che declinate in collettivo hanno sfasciato, squartato la città a detta di molti più bella del mondo. Incuranti di un futuro migliore, sbuffano e s’affannano per cercare appigli, scuse, stornare l’attenzione dal vero punto, mentire sulle proprie intenzioni e il tutto sempre nel rigoroso anonimato sui social network. Perché, s’è dimostrato, il vero no alla pedonalizzazione ha ragione nel “voglio parcheggiare sotto casa mia”. A voi valutare il valore di questa intenzione, contrapposta all’altra.

Però le chiacchiere stanno, come si dice, a zero: il faldone con le oltre 1.200 firme è stato consegnato alle 11 di oggi, ora la palla ce l’ha il sindaco.

A queste firme andrebbero aggiunte poi quelle della petizione online, ma abbiamo deciso di insistere di più sul cartaceo proprio per mostrare anche ai più riottosi quanto sia sentita e voluta la liberazione della via dalle automobili a beneficio di tutti. Anche dei contrari.

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