Velocità, lo stupro di Roma reso evidente

La favola del re nudo è una delle mie preferite, e provo sempre a mantenere lo sguardo innocente del bambino che illustra semplicemente la realtà. Solo gli adulti, conniventi, nascondono a sé stessi ciò che accade, le cause, le motivazioni e gli effetti di ciò che è.
E le misurazioni della velocità lungo i Fori Imperiali, scaturite dall’ennesima dimostrazione made in #salvaiciclisti effettuata con il rilevatore laser che comprammo online in Usa ormai 3 anni fa, e che abbiamo spesso utilizzato, inascoltati dai neanderthal che formarono la precedente giunta romana, hanno svelato finalmente a tutti i romani qual è lo stato delle cose lungo le strade della città.

Tutti corrono oltre i limiti. E’ semplice, evidente, plateale e non detto. I limiti, bisogna ricordarlo, non sono dettati da una cattiveria della legge ma dalle esigenze di evitare danni a cose e persone. Roma è continuamente stuprata dal traffico veicolare, a cura degli stessi che si dichiarano orgogliosi di essere romani, e che invece ne sono i carnefici.

In tre giorni di rilevazioni ufficiali lungo i Fori (i Fori!: dove si dovrebbe andare in punta di piedi e con le pianelle) e in via Labicana sono state ammonticchiate oltre 1.400 multe, che chissà se verranno mai pagate. E questo in una zona a dir poco pregiata, abbastanza frequentata, vissuta: e moderatamente interdetta allo scorazzare dei veicoli Figurarsi nel resto di Roma.
D’altronde non bisogna andare troppo lontano per verificare abitudini da autodromo, vissute come normali da tutti, come se lo stupro collettivo fosse una cosa normale “visto che le cose stanno così”: fatevi una passeggiata lungo via dei Cerchi, la parallela dei Fori. Tra Palatino e Circo Massimo si registrano velocità folli agite sui sanpietrini, il rumore è assordante e fa quasi paura. Sotto casa di Augusto Imperatore, vorrei segnalare. E questo per restare al centro archeologico.

Tutta Roma è violentata da questa maledetta abitudine, che impedisce vivibilità, aumenta ansia e stress, preoccupa costantemente, usura come fosse carta vetrata, rende inumani, inselvatichiti, brutali. Lo denunciamo da anni. Adesso se ne stanno accorgendo i “buoni” e fanno “uh! ma dài”. Guarda te che sorpresa eh.

E i “cattivi” che fanno? S’indignano nella loro lesa libertà, urlano alla perdita delle loro sacre prerogative di stupratori seriali, lanciano maledizioni ai comunisti (a trovarli….), minacciano botte e vendette, sittebbecco temettosotto. E, naturalmente, proseguono anzi accelerano, proprio per ribadire la loro maestà personale. Nei commenti di questi giorni ho usato la definizione “bestie”, sbagliando: le bestie sono innocenti, i romani -intesi come collettività- sono colpevoli.

 

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