Aria fuorilegge su via Urbana

Bambini su via Urbana, quando era aperta alla vita e chiusa al traffico veicolare (2015)

Come parecchi attivisti romani (152 persone in totale, tra cui la sindaca a titolo personale) ho partecipato alla campagna popolare di rilevamento della qualità dell’aria promossa dal Comitato cittadini per l’aria a Milano, Brescia e Roma. Nella capitale la campagna è stata realizzata da Salvaiciclisti Roma e Greenpeace, ed è la prima di questo tipo. Si trattava di acquistare dei campionatori -delle provette da esporre all’aperto per un mese a un’altezza tra i 2,5 e i 3 metri- e installarli; l’obiettivo era misurare il biossido di azoto, gas nocivo che in natura è presente per esplosioni vulcaniche e altri fenomeni in quantità irrisoria, mentre tutto il resto è prodotto da motori a combustione interna, soprattutto diesel. Il rilevamento è durato dal 2 febbraio al 2 marzo. Le analisi sono state effettuate da una società indipendente in Gran Bretagna.

Ho installato la mia sotto casa, a via Urbana. Grazie a un colpo di fortuna sono in grado di anticipare i dati della mia provetta: su via Urbana, Roma -rione Monti, l’antica Suburra, zona a traffico pedonale privilegiato, pieno centro, parzialmente tutelata dalla Ztl, zona 30 e chi più ne ha ne metta- la quantità di biossido di azoto è nettamente oltre i limiti previsti dalla legge.

Sono stati rilevati 45,1 microgrammi per metro cubo su base annua e 49,8 su base mensile. L’Organizzazione mondiale della sanità evidenzia rischi per la salute a partire dai 20 microgrammi per metro cubo, e secondo la normativa italiana il limite da non oltrepassare mai è 40 microgrammi. L’aria su via Urbana è fuorilegge.

Non sono a conoscenza dei risultati delle altre 151 campionature, tantomeno di quella che riguarda la sindaca, ma è plausibile che siano ancora più elevate: la via di casa mia è parte dell’antico sentiero chiamato Argiletum, che univa la Roma di Romolo con i primi tuguri periferici sviluppatisi quasi subito dalla fondazione della città alle pendici del Palatino, il cosiddetto suburbio da cui prendono nome tutte le periferie contemporanee. L’area è nota come Suburra, la cui omonima piazzetta marca l’inizio di via Urbana, che anticamente si chiamava vicus patricius per le diverse residenze patrizie presenti, mischiate a quelle popolari. Pare che Giulio Cesare sia nato qui, anche se c’è chi sostiene che sia nato in via Baccina, poco distante. Insomma, per farla breve è una via non certo a grande scorrimento come le moderne consolari, ed è piuttosto tutelata dalle restrizioni che ricordavo sopra, oltre che dal complesso e angusto contesto antico che non invita a passare in macchina.

Vale la pena di ricordare che la via è da anni al centro di aspre polemiche dopo la richiesta di pedonalizzazione, fatta nel 2014 da un folto gruppo di abitanti e commercianti, per la prima volta nella storia di Roma insieme per chiedere l’allontanamento delle auto. Le opposizioni, nascondendosi dietro la flebile scusa di una futura movida, sono originate in realtà dalla perdita di parcheggi, in una spirale venefica senza fine. Da quell’esperienza la giunta attuale ha deciso di promuovere un’isola ambientale, il “Progetto Argiletum”, che però ancora resta sulla carta -anche se pare sia alle ultime battute- sull’intero rione chiamato oggi Monti.

Nel frattempo, come ormai conclamato, l’aria è fuori dai limiti di legge. I risultati dell’intera città di Roma verranno presentati dalle associazioni il 22 maggio prossimo, in Campidoglio.

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