Io sto con Virginia


Proverò a essere più chiaro del solito per far capire che mi metto fino in fondo dal lato della sindaca di Roma.

Mi fanno schifo le grandinate di attacchi di qualsiasi caratura a Virginia Raggi e al suo (suo come capofila di una idea di amministrazione) tentativo di condurre Roma. E mi intristiscono le persone che accettano acriticamente ogni narrazione mediata, solo perché a pelle gli stanno sul cazzo i 5 stelle e vengono confermati nelle loro scelte. Scrivendo poi argute castronerie sui social, credendoci davvero.

Niente complottismo: è del tutto palese il tentativo di disarcionare questo gruppo di estranei al consueto trantran romano. Magari un giorno magneranno pure loro, ma adesso non possono, anche per la famosa inesperienza. Tant’è.

È in atto a Roma -e lo vedo ogni giorno- un continuo perseguire la narrazione di un disastro che non c’è. Semmai c’è timidezza e lentezza nel realizzare gli obiettivi, e non credo che mettere prima in ordine i conti sia come mettere in ordine il laboratorio prima di iniziare un lavoro importante. Ma io non ho vinto le elezioni e forse sbaglio.

Ad agire sono due forze, che in realtà sono due artigli della stessa zampa: l’élite economico-politica e il bassofondo amministrativo. Il primo artiglio attacca e il secondo usa il peso come arma. Il peso dell’inerzia creativa.

Cerco di spiegate il secondo aspetto della guerra a Raggi, il primo si autoesplica senza vergogna come ai tempi di Marino. Esiste un vasto mondo che agisce sotto lo scudo dell’anonimato, quello dei dipartimenti e del personale dirigenziale sui vari livelli. Qui si usa ciò che definisco inerzia creativa: l’ostacolare (badate bene: con molto lavoro) ogni decisione politica con fiumi di carta e inchiostro che rendono innocua o zoppa l’indicazione; o la bloccano utilizzando la normativa, nel cui enorme utero trovi tutto e il suo contrario; l’interpretazione; infine, il diniego di firma anche per omissione, poi spiegato con fiumi assertivi di commi e precedenti. In ogni caso di buona fede interviene costante la differenza ontologica, a volte mi viene di sentirla antropologica.

[A me sta capitando con: la realizzazione di Santa Bibiana e della ciclabile alla Magliana dove è morto Marco Artiaco; con l’installazione di rastrelliere in luoghi utili; con le bici in tram (questa pare passata ma la inseguivo da un mese abbondante). Ho molti esempi macro e microscopici ma devo tacere per non rovinare gli obiettivi di cui sono portatore].

Il senso di questo comportamento dovrebbe essere -mi ci arrovello da due mesi e posso abbozzare un’idea- il seguente: i grillini sono un corpo estraneo all’amministrazione capitolina e 1) non amano lavare l’altra mano 2) non assicurano un futuro lavorativo senza impegno e senza lode 3) non contano un cazzo anche se hanno preso il 70%, quindi non ci si compromette con loro perché, sai, un domani ci chiedono conto quelli grossi.

Potete anche non credermi ma sta andando davvero così: è veramente semplice usare la tendenza al complottismo mostrata per anni dal 5S per irriderli ora che hanno davvero dei nemici. Come la storia di Pierino che gridava al lupo. In questo sono stati cretini, davvero. 

Ps

Molti compagni mi biasimeranno nel sostegno ma sbagliano: a sinistra non c’è proposta e si resta nel pantano del so’ mejo io ma nun te lo posso dimostra’. Per il momento taccia e cerchi di ascoltare (il che significa ascoltare).

Io sto con Virginia


Proverò a essere più chiaro del solito per far capire che mi metto fino in fondo dal lato della sindaca di Roma.

Mi fanno schifo le grandinate di attacchi di qualsiasi caratura a Virginia Raggi e al suo (suo come capofila di una idea di amministrazione) tentativo di condurre Roma. E mi intristiscono le persone che accettano acriticamente ogni narrazione mediata, solo perché a pelle gli stanno sul cazzo i 5 stelle e vengono confermati nelle loro scelte. Scrivendo poi argute castronerie sui social, credendoci davvero.

Niente complottismo: è del tutto palese il tentativo di disarcionare questo gruppo di estranei al consueto trantran romano. Magari un giorno magneranno pure loro, ma adesso non possono, anche per la famosa inesperienza. Tant’è.

È in atto a Roma -e lo vedo ogni giorno- un continuo perseguire la narrazione di un disastro che non c’è. Semmai c’è timidezza e lentezza nel realizzare gli obiettivi, e non credo che mettere prima in ordine i conti sia come mettere in ordine il laboratorio prima di iniziare un lavoro importante. Ma io non ho vinto le elezioni e forse sbaglio.

Ad agire sono due forze, che in realtà sono due artigli della stessa zampa: l’élite economico-politica e il bassofondo amministrativo. Il primo artiglio attacca e il secondo usa il peso come arma. Il peso dell’inerzia creativa.

Cerco di spiegate il secondo aspetto della guerra a Raggi, il primo si autoesplica senza vergogna come ai tempi di Marino. Esiste un vasto mondo che agisce sotto lo scudo dell’anonimato, quello dei dipartimenti e del personale dirigenziale sui vari livelli. Qui si usa ciò che definisco inerzia creativa: l’ostacolare (badate bene: con molto lavoro) ogni decisione politica con fiumi di carta e inchiostro che rendono innocua o zoppa l’indicazione; o la bloccano utilizzando la normativa, nel cui enorme utero trovi tutto e il suo contrario; l’interpretazione; infine, il diniego di firma anche per omissione, poi spiegato con fiumi assertivi di commi e precedenti. In ogni caso di buona fede interviene costante la differenza ontologica, a volte mi viene di sentirla antropologica.

[A me sta capitando con: la realizzazione di Santa Bibiana e della ciclabile alla Magliana dove è morto Marco Artiaco; con l’installazione di rastrelliere in luoghi utili; con le bici in tram (questa pare passata ma la inseguivo da un mese abbondante). Ho molti esempi macro e microscopici ma devo tacere per non rovinare gli obiettivi di cui sono portatore].

Il senso di questo comportamento dovrebbe essere -mi ci arrovello da due mesi e posso abbozzare un’idea- il seguente: i grillini sono un corpo estraneo all’amministrazione capitolina e 1) non amano lavare l’altra mano 2) non assicurano un futuro lavorativo senza impegno e senza lode 3) non contano un cazzo anche se hanno preso il 70%, quindi non ci si compromette con loro perché, sai, un domani ci chiedono conto quelli grossi.

Potete anche non credermi ma sta andando davvero così: è veramente semplice usare la tendenza al complottismo mostrata per anni dal 5S per irriderli ora che hanno davvero dei nemici. Come la storia di Pierino che gridava al lupo. In questo sono stati cretini, davvero. 

Ps

Molti compagni mi biasimeranno nel sostegno ma sbagliano: a sinistra non c’è proposta e si resta nel pantano del so’ mejo io ma nun te lo posso dimostra’. Per il momento taccia e cerchi di ascoltare (il che significa ascoltare).