De bello civico

urbanalberata

Per una volta non anticipo o relaziono su alcunché ma rilancio un post altrui: in questo caso l’opinione del presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, oggi sull’Huffington Post (italiano), nella sua rubrica. Chi mi segue sopporterà però qualche considerazione preliminare, visto che si parla della battaglia per via Urbana da pedonalizzare, apparsa per la prima volta su questo blog e poi dilagata mediaticamente nel modo che sapete. E proprio in queste ore, forse oggi, arriverà la risposta del sindaco di Roma.  (no, non è andata così. Pare che si aspetti l’approvazione del piano generale del traffico urbano, cosa che fa pensare che la via verrà pedonalizzata seriamente)

Questa battaglia civica ha visto l’opposizione di un raffazzonato e minoritario gruppo di abitanti del rione e della via, che ha fatto di tutto (compreso pressioni su editori per non far scrivere giornalisti, ma su questo mi consentirete un certo riserbo per evitare fastidiose anche se fallimentari querele) per evitare che venisse sottratto loro il prezioso posto auto sotto casa. Noi proponenti ne abbiamo subite di tutti i colori, generalmente volgenti al marrone nelle sue varie sfumature, da quel 16 febbraio in cui feci sapere che per la prima volta nella storia recente di Roma dei commercianti, insieme a dei cittadini, chiedevano una pedonalizzazione, fornendo ampie ragioni per ciò.

I campioni del mirror climbing nostrano, capitanati da una consigliera municipale – o forse erano loro a capitanarla? si capirà alle prossime elezioni – non sono riusciti a far altro che rappattumare un parere negativo da parte di un ufficio semisconosciuto dei vigili urbani del primo municipio romano, i cui estensori vedete qui.

Noi proponenti abbiamo invece innescato un vero e proprio dibattito culturale, e lo dico senza alcuna sovrastima: elevato. Tra le tante testimonianze di ciò, il pezzo sul Guardian che ne narra bene le caratteristiche e soprattutto l’obiettivo: portare Roma kicking and screaming into line with the rest of 21st-century Europe: ovvero nella modernità.

Oggi l’opinione del presidente di Legambiente riporta altrettanto bene ciò che sta succedendo. Oltre al link sopra, mi piace mettere quell’opinione qui, nero su bianco.

Ciò che sta accadendo in questi mesi a Roma da parte di strati attivi di cittadinanza è eccezionale, e direi che si tratta di una prima assoluta nella storia moderna della Capitale. Cittadini che normalmente seguono le loro attività (con sempre maggior fatica, visto il momento di crisi che il paese attraversa) si attivano perché la mobilità della loro città finalmente sia moderna e soprattutto serena, pulita.

Parlo anzitutto del comitato che in via Urbana, nell’antico rione di Monti, ha colto l’occasione del rifacimento del selciato in seguito ai lavori Italgas per chiederne la liberazione dalle auto, da decenni in sosta irregolare sui due lati dell’antico Vicus Patricius – dove si narra sia nato Giulio Cesare – e ciò insieme ai commercianti della via, che hanno scoperto quanto sia importante anche per le loro attività una liberazione dall’assedio delle lamiere; in questo immediatamente seguiti da analoghi comitati in altre due vie del rione, via Madonna de’ Monti e via Panisperna, che hanno capito l’importanza del movimento in atto. Un effetto domino che sarebbe auspicabile proseguisse.

Mi riferisco anche ai cittadini di via Albalonga, all’Appio Latino, che dopo lunghi mesi di battaglie per contrastare gli ingorghi quotidiani (e notturni) dovuti a un vero e proprio Tetris di automobili in tripla fila di fronte a una nota pasticceria sono riusciti a interagire con l’amministrazione comunale e riportare un po’ di ordine, e serenità, nella strada.

Si tratta di esperienze preziose, che ogni amministrazione e in particolare quella romana, dovrebbero tenere in altissima considerazione, come indice e spia di un punto di svolta nel nostro paese martoriato da una densità di motorizzazione che non trova pari in Europa. Iniziative che servono sì alla salute pubblica, ma anche a una sorta di “risanamento sociale” che mancava da decenni in Italia: il cittadino si riappropria della sua città, e non vuole più sfruttarla come è stato fatto fino a oggi.

Anche a Roma si è aperta una possibilità per una new wave urbana. Per Legambiente è una bella scommessa su cui puntare. Per questo chiediamo che questa mobilitazione dal basso venga appoggiata e premiata dalle amministrazioni municipali e comunale, perché iniziative di questo tipo si diffondano ulteriormente e contribuiscano a risanare Roma.

Ora la parola al sindaco Marino. I cittadini hanno lanciato il segnale!

Oggi ha vinto il futuro possibile

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Quasi tre mesi di lotta a lama corta.
Questo è stato per me il percorso che, a metà dicembre, mi ha portato sulle mie gambe nel negozietto fascinoso di via Urbana 101 a parlare con quell’eroe civile di Renato Gargiulo (leggete fino in fondo, c’è una proposta che sento di dover pubblicare) e di Elena Kilhman, a dire: “ciao sono Paolo, sono un attivista della mobilità nuova, ma non ti sembra il caso di lasciare via Urbana così? Guarda che bella”.
“Sì, bella davvero. Ora facciamo una lettera al comune”.
Renato è il presidente dell’associazione di strada locale.

Così, come tra bambini, è iniziato il percorso che ha fatto e sta facendo discutere l’intera città e oltre.

La lettera è stata scritta e inviata il 16 dicembre. Poco dopo vado da Massimiliano Baccanico e gli dico “guarda che bella lettera”, e lui ha detto da bravo nerd in un corpo di punk (cit.): “Eddai, facciamo un gruppo facebook”.
In mezza giornata gli iscritti erano oltre 900, adesso sono oltre 1.800, direi la quota fisiologica.
Ne ho scritto qui. Poi è accaduto quello che a Roma chiamiamo amichevolmente “il panico”. Ne hanno cominciato a scrivere tutti.

Abbiamo raccolto oltre 1.200 firme. Le abbiamo portate io e Renato al Campidoglio il 15 gennaio. Sono state protocollate ed essendo oltre le 1.000 sono una petizione popolare dunque il sindaco deve rispondere entro 60 giorni.
Nel frattempo è successo di tutto, davvero, anche grazie ai contrari e a una consigliera municipale che li ha sia stimolati sia guidati. Ma adesso non ho voglia di ricordare cosa abbiamo dovuto sopportare per aver solo fatto una proposta che a Roma manca da decenni, ovvero una vita migliore grazie all’allontanamento delle macchine, invasive oltre misura in questa città.

Oggi il consiglio municipale ha dato un parziale via libera al nostro progetto, che coinvolge anche altre vie del rione più antico di Roma, e sta cominciando a far pensare anche altre zone di Roma, come per esempio via Alessandria e l’Aurelio-S.Pietro. Magari ne parlerò in seguito.
Per ora cosa è stato deciso oggi lo linko e basta, sono davvero stanco anche se felice.
Qui, quo e qua

Ps: secondo me Renato deve essere eletto al consiglio municipale, al posto della consigliera che ha sbagliato platealmente. 

A Monti c’è chi vive con bile


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(
In questa foto molti sono residenti a favore della pedonalizzazione. Quelli contrari erano così sgradevoli che ho evitato di sollecitarne ulteriormente l’astio fotografandoli, ma appaiono qui e lì)

Ennesimo agguato, perché altre parole non rendono l’idea, del “Comitato Monti Vivibile”, costituitosi ad hoc per impedire la pedonalizzazione di via Urbana, durante un sopralluogo del consiglio municipale sulla via. Il sopralluogo era stato deciso per prendere le misure della via, visto che ci sono dubbi sulla veridicità del parere dei vigili, che di fatto consiglia nuovamente il parcheggio (i particolari qui). Il comitato era stato avvisato dalla consigliera antipedonalizzazione Nathalie Naim.

A guidare la delegazione il presidente del consiglio municipale Yuri Trombetti, accompagnato dai consiglieri Stefano Marin e Stefano Tozzi. I tre sono stati aspramente apostrofati dal comitato di cui sopra, perché rei di essersi dati appuntamento davanti al negozio di Renato Gargiulo, primo firmatario della petizione popolare (oltre 1.200 firme) che chiede la pedonalizzazione. Gargiulo, peraltro, è stato tacitato dalla funzionaria dei vigili, chiamata da Trombetti per dare spiegazione del parere negativo, sostenendo che non potesse parlare. Ma queste sono miserie che lasciano il tempo che trovano, anche se l’aggressione (verbale) è continuata. Attenta osservatrice anche la consigliera Giusi Campanini, favorevole alla pedonalizzazione.
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Più importante invece è che sia stata letteralmente impedita la misurazione della via. I tre consiglieri sono stati subissati ma hanno replicato egregiamente alle affermazioni, a mio parere ben più che bislacche, dei contrari. Da notare che la vigilessa ha esplicitamente affermato che “bisogna tutelare il diritto di parcheggio dei residenti”. Trombetti ha replicato, tra l’altro, “figurarsi se il sindaco si fa condizionare da questo parere”.
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(qui sopra da sx Trombetti, Marin e Tozzi. Ad accendere la sigaretta con il mio accendino il vigile estensore del parere: j’ho dato fòco ;->)

Non ho preso appunti, dato il mio ruolo di direttamente coinvolto nella vicenda e non di oggettivo osservatore. Ma ho capito che i consiglieri intervenuti (con l’eccezione, inspiegabile, di Nathalie Naim, lista civica Marino) se prima avevano dubbi sulla correttezza del parere, ora hanno la certezza che sia campata in aria. Lo stesso Trombetti ha poi affermato che nella delibera di giovedì verrà recepita interamente la memoria della giunta che propone il divieto totale di sosta, i doppi parapedonali e l’istituzione di un’isola ambientale.

Ma resta alto l’allarme per un ormai quasi certo blitz durante il consiglio municipale, giovedì 5 marzo a partire dalle 09:00 in via della Greca 5, di questo comitato piuttosto invasivo. Chiedo a tutti di venire al consiglio a mantenere alta la vigilanza democratica. Ne va del futuro di iniziative simili, di cui l’esperienza di via Urbana è forse capostipite.