Nuovo Tridente e vecchi privilegi

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Preso nella dolce rete della magnifica ottobrata romana, girello per la mia città in attesa di ripartire. La guardo in lungo e in largo.
Oggi è toccato alla -vera- novità del cosiddetto Tridente (quel reticolo di vie tra Babuino e Ripetta, con via del Corso in mezzo, vertice su piazza del Popolo e base su piazza Augusto Imperatore), la sua impermeabilità al traffico tradizionale, qui chiamata chiusura (io preferisco pensare al concetto di apertura).
E’ il primo giorno del nuovo corso. C’ero già stato sabato scorso, ma le transenne dei lavori di ristrutturazione impedivano una vera valutazione delle misure prese. Oggi è la realtà come pensata dall’amministrazione.
Come su via dei Fori Imperiali all’epoca, viene sfruttata a fondo la possibilità di passaggio concessa a 21 categorie; tra cui, incredibilmente, gli studenti di una scuola secondaria, che sciamano a frotte da via Margutta a bordo delle loro microcar truccate, accelerando già in curva. Qui sotto una di queste.

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Anche gli altri automobilisti, grazie alla strada improvvisamente libera sui due lati e quindi con una prospettiva visiva molto migliore per identificare eventuali ostacoli al loro marinettiano stile di vita (pedoni che attraversano) corrono più di quanto si facesse in passato.
Incrocio due recenti pasionarie della mobilità nuova, Anna e Valeria. “Prima abbiamo visto uno, evidentemente ‘pippato’ (cocainomane, ndr) che andava a 70 all’ora e ci ha anche guardato male”, mi dice Valeria. Parliamo brevemente della nuova viabilità, e concludiamo tutti che così non funziona, troppe eccezioni e troppo facile accelerare.

Sugli altri due assi del Tridente le cose non sembrano aver avuto alcun tipo di cambiamento. Questa sotto è via di Ripetta:
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Su via del Corso incrocio un’autocolonna di mezzi della polizia, almeno 8. Mi sembra di rivedere le scene della finta pedonalizzazione dei Fori Imperiali, che immediatamente ribattezzai “Zona a traffico privilegiato”, ovvero ci passa chiunque abbia un qualsiasi ruolo pubblico o parapubblico, fosse anche il veterinario comunale.
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Insomma, la novità c’è ma al solito funziona male per l’incrollabile indifferenza romana dei singoli chiunque siano, residenti o categorie variamente autorizzate. Il pericolo nuovo è l’accresciuta velocità, percepibile a occhio. Probabilmente anche la possibilità di non incolonnarsi in coda spinge gli aventidiritto a percorrere con più frequenza le strade, in virtù di un non meglio spiegato né comprensibile privilegio. L’Europa è ancora lontana.